Foto: Tiscali Notizie
#10YearsChallenge è una popolarissima sfida che prevede la condivisione di una vostra doppia foto, confrontando il volto di oggi con quello di 10 anni fa. Il simpatico gioco potrebbe tuttavia celare rischi concreti per la vostra
privacy.
Riconoscimento facciale e #10YearsChallenge
Se ci fosse un algoritmo che sta analizzando la vostra evoluzione fisica dietro il gioco #10YearsChallenge? Questa domanda non è poi così astratta poiché fornire un’informazione personale estremamente dettagliata fissandola pure nel tempo può rivelarsi molto rischioso.
Sull’argomento è recentemente intervenuta Kate O’Neill, nota giornalista americana. Il tweet del 12 gennaio 2019 ha messo in guardia gli utenti da quello che potrebbe rivelarsi un meccanismo che ha poco a che fare con la dimensione ludica e molto con l’approvvigionamento poco corretto delle informazioni personali.
La riservatezza ai tempi dei social
La materia della riservatezza e della
protezione dei dati personali, nel periodo in cui i social sono ormai diventati parte integrante della vita di tutti, è attualissima. Le osservazioni di analisti e giornalisti d’inchiesta americani sono state rilanciate dal magazine Wired Usa che conferma alcune criticità.
Facebook potrebbe utilizzare le fotografie scattate per il #10YearsChallenge arricchendo gli archivi e mettendo a punto sistemi di riconoscimento facciale sempre più efficaci. I dettagli del volto, infatti, messi in relazione anche alla crescita e all’invecchiamento, sono perfetti per elaborare meccanismi automatici che identificano le persone.
La smentita di Facebook
La smentita arriva direttamente dalla voce dei responsabili di Facebook. L’azienda non sarebbe in alcun modo coinvolta nella pratica del #10YearsChallenge. Il gioco sarebbe infatti nato esclusivamente da un’idea degli utenti.
La viralità delle reazioni e delle condivisioni che si è innescata sarebbe del tutto naturale, esattamente come succede per moltissime altre cose in rete, quando il pubblico apprezza un’azione e la rilancia facendola diventare una moda. Inoltre le foto che vengono utilizzate sarebbero già a disposizione di Facebook, essendo prevalentemente costruite proprio con le altre che vengono condivise sulla piattaforma. Per cui non ci sarebbe alcuna motivazione per preoccuparsi.
I precedenti
Quando ci sono state le elezioni americane è scoppiato il caso di Cambridge Analytica. I dati degli utenti sono stati illecitamente sottratti per formulare campagne promozionali e propagandistiche personalizzate. Riuscire a
condizionare l’esito di una competizione elettorale con internet ormai è una realtà.
Il riconoscimento facciale è comunque disattivabile in qualsiasi momento dalle impostazioni di Facebook. Va detto che in alcuni casi si è rivelato uno strumento molto positivo, basti pensare al ritrovamento di persone scomparse.