Fino al 31 marzo si possono integrare le domande di erogazione del bonus asilo nido già presentate nel 2017, per coloro che non hanno proceduto in tempo utile ad allegare i documenti necessari per ottenere il contributo, che prevede un rimborso fino a un limite massimo di 1.000 euro.
Il bonus asilo nido si calcola su base annua e parametrato su undici mensilità del pagamento delle rette relative alla frequenza di asili nido pubblici e privati, o per l’introduzione di forme di supporto presso la propria abitazione in favore dei bambini, al di sotto dei tre anni, affetti da gravi patologie croniche.
Lo rende noto l’Inps, che precisa di avere ricevuto numerose richieste di riesame da parte di famiglie che hanno omesso di indicare nella domanda per il bonus asilo nido tutti o parte dei mesi di frequenza compresi tra settembre e dicembre 2017.
Come integrare la domanda di bonus asilo nido
È semplice: basta andare online sul sito dell’Inps. L’utente può inserire le mensilità aggiuntive nell’area riservata facendo clic sul menu allegati domande. Una volta selezionata la domanda di integrazione e il tipo di documento da inserire, saranno visibili i mesi non inseriti all’atto della domanda e si potrà allegare la relativa documentazione di spesa.
Bonus asilo nido senza limiti di reddito
A differenza di altri assegni familiari, come per esempio il bonus bebè, la carta maternità o il bonus baby sitter, i 1.000 euro di bonus asilo nido possono essere elargiti a prescindere del proprio reddito familiare. I requisiti necessari per poterlo richiedere sono la residenza in Italia e la cittadinanza italiana o di uno stato dell’Unione Europea.
In caso di cittadini extracomunitari, i richiedenti dovranno esibire un permesso di soggiorno di lungo periodo o una carta di permesso per familiari di cittadini dell’Unione Europea. La richiesta può essere presentata dal genitore che sostiene le spese dell’asilo e dal genitore che coabita con il figlio in caso di assistenza a domicilio.