Il carico fiscale sulle bollette pesa sulle PMI italiane ben 2 miliardi di euro in più che nel resto d’Europa. Gli artigiani ne invocano la riduzione per tutelare la competitività sul mercato.
Il silenzio è d’oro, ma nel Belpaese lo è anche la luce. E così alzano la voce gli artigiani italiani, che si trovano a pagare per l’energia elettrica 2 miliardi di euro in più rispetto al resto dell’UE. Un incremento dei consumi effettivi? No, tutta colpa del carico fiscale sulle bollette.
La rilevazione dei dati, poco confortanti, è stata effettuata da Confartigianato. L’associazione di categoria ha segnalato che ogni imprenditore, per l’energia elettrica, deve sborsare ogni anno 2.753 euro in più dei colleghi operanti nella zona Euro.
E non è finita, perché il divario dei costi è destinato ad aumentare. Nel terzo trimestre 2018 l’energia elettrica avrà un rincaro del 7,6% (838 euro) rispetto al precedente, nonché del 5,5% rispetto all’anno scorso. Si attesta così a 11.932 euro la spesa media per l’energia di una PMI italiana.
Energia più cara del 40% a causa del carico fiscale sulle bollette
Altro che sprechi e consumi, se siete artigiani il vostro nemico è il carico fiscale bollette. Gli oneri fiscali e parafiscali fanno lievitare del 40,7% la spesa per l’elettricità.
Una PMI italiana spende mediamente 4.508 euro all’anno per fare fronte alle accise e agli oneri generali. In alcuni settori la cifra può superare addirittura i 18mila euro, come nel comparto manifatturiero di gomma e plastica.
Secondo Confartigianato, l’esborso non è però distribuito in modo equo in base alle differenti dimensioni delle aziende. Le piccole imprese che operano in bassa tensione producono il 27% dei consumi, ma il 45% dei costi i bolletta è determinato dagli oneri generali di sistema. Invece, le grandi imprese ad alta energia, generano solo il 14% dei consumi, ma se la cavano con una quota di oneri generali di appena l’8%.
Appello Confartigianato per ridurre il carico fiscale bollette
La disparità di trattamento tra PMI e grandi imprese non va giù a Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato, che si appella al Governo affinché intervenga per ristabilire una maggiore equità. A suo avviso è necessario ridurre le tasse alle aziende lavorando in più direzioni. In primis, va riformato il prelievo fiscale sull’energia che pesa come zavorra, penalizzando la produttività e la competitività delle imprese.
“Ai piccoli imprenditori si applica l’assurdo meccanismo: meno consumi, più paghi. Uno squilibrio incomprensibile che costringe le piccole imprese a caricarsi i costi degli altri utenti” tuona Merletti. Il Numero Uno di Confartigianato auspica una revisione di tutto il sistema degli oneri generali e che venga ridistribuita in maniera più equa l’incidenza degli oneri fiscali e parafiscali, tenendo conto delle differenti dimensioni delle aziende.