Secondo Confimprese, la chiusura domenicale dei negozi va evitata. Potrebbe portare alla perdita di 150mila posti di lavoro, il 5% di quelli disponibili attualmente nel settore retail, danneggiando le aziende, i lavoratori, lo Stato e i consumatori.
Chiusura domenicale, Confimprese dice no
La chiusura domenicale continua a tenere banco nell’agenda politica e sulla stampa nazionale. La questione è già stata affrontata da diverse proposte di legge ed è attualmente in discussione alla Camera da parte delle commissioni parlamentari. I negozi devono restare chiusi nei festivi oppure aperti per garantire un servizio pubblico?
Non è facile rispondere a questa domanda, ma se siete tra quelli che hanno tempo di fare spesa solo nel weekend, probabilmente sarete favorevoli all’apertura.
Della stessa opinione è anche Confimprese. L’associazione di categoria del commercio a rete ha illustrato la sua relazione alla Commissione Attività Produttive della Camera. A suo avviso la chiusura domenicale dei negozi provocherà la perdita di 150mila posti di lavoro. Un dato pari al 5% degli attuali posti nel settore retail, che interessa soprattutto le categorie di giovani e donne.
Crollo fatturato del 12% con la chiusura domenicale
Secondo Confimprese, la chiusura domenicale dei negozi potrebbe causare un grave danno all’economia delle imprese italiane e ai loro dipendenti. Secondo le stime dell’associazione, il fatturato delle aziende finirebbe per ridursi del 12%, portando al taglio di migliaia di posti di lavoro.
Inoltre ci sarebbero ripercussioni dirette anche sugli stipendi dei dipendenti impiegati nel retail, dato che finora hanno beneficiato della maggiorazione del 30% per i giorni festivi.
Persino per lo Stato ci sarebbero delle conseguenze negative. Con il taglio del fatturato, diminuirebbe anche il gettito fiscale. Tuttavia, diverse proposte di legge sono a favore della chiusura domenicale e festiva degli esercizi commerciali.
Chiusura domenicale, la politica si divide
Il progetto di legge del Movimento 5 Stelle prevede dei turni di apertura dei negozi la domenica e nei festivi, in base a un piano che dovrà essere elaborato da ogni Regione in accordo con gli enti locali e le associazioni di categoria, dei consumatori e dei lavoratori. Fanno eccezione diverse attività, come quelle legate ai servizi ricettivi e turistici, i rivenditori di giornali e le città d’arte.
La Lega è favorevole all’obbligo di 8 giornate all’anno di chiusura domenicale, di cui 4 a dicembre e le restanti negli altri mesi. La sua proposta esclude dalla limitazione gli esercizi commerciali nelle località turistiche, montane, balneari e collegate.
Il Partito Democratico è contro la chiusura domenicale e festiva dei negozi, salvo per le feste nazionali, senza imporre limiti di orario, né di apertura e chiusura.