Come scegliere la facoltà universitaria giusta, alcuni consigli utili

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Come scegliere la facoltà universitaria giusta? Vediamo alcuni fattori da considerare nella scelta dell’università e del proprio futuro

La maturità si avvicina e, dopo luglio, migliaia di studenti delle scuole superiori si troveranno di fronte alla prima, importante, scelta che avrà conseguenze sul loro futuro: come scegliere la facoltà universitaria giusta e, quindi, come indirizzare la propria carriera lavorativa.

Materie scientifiche o umanistiche? Ingegneria oppure biotecnologie? Medicina o Giurisprudenza? La scelta è complessa e coinvolge numerosi fattori, tutti essenziali, per determinare la scelta: le proprie attitudini, i propri interessi, le offerte di lavoro legate alla laurea che si conseguirà, l’impatto economico della scelta – ci sono facoltà vicine a casa o ci si dovrà trasferire – i test di ingresso – la facoltà è a numero chiuso o no.

Come scegliere la facoltà universitaria giusta

Tra tutte queste discriminanti, ci sentiamo di evidenziarne due: la spendibilità del titolo universitario sul mercato del lavoro e le proprie attitudini. Se per gli altri aspetti si può trovare un trade-off, ovvero un punto di convergenza e di negoziazione – per questi due la scelta deve essere netta e decisa.

Il Rapporto 2019 sulla Condizione occupazionale e formativa dei diplomati del Consorzio Universitario AlmaLaurea dà interessanti informazioni sull’intenzione dei ragazzi a proseguire gli studi e sulle aspettative che essi hanno nei confronti del post università.

Lo studio fotografa le scelte compiute dai diplomati alla conclusione della scuola secondaria di secondo grado in termini di performance universitarie e lavorative nel periodo immediato (a un anno) e in un più lungo periodo (a tre anni).

Sono stati intervistati oltre 47mila diplomati del 2017, contattati a un anno dal diploma, e 37mila diplomati del 2015, contattati a tre anni di distanza. Interessante notare innanzitutto che il percorso formativo scelto in tenera età e per la maggioranza del campione ritenuto soddisfacente.

Infatti, alla vigilia della conclusione degli studi il 56,0% dei diplomati del 2017 dichiara che, potendo tornare indietro, sceglierebbe lo stesso corso nella stessa scuola, mentre il restante 43,9% compierebbe una scelta diversa: il 23,7% dei diplomati cambierebbe sia scuola sia indirizzo, l’11,6% ripeterebbe il corso ma in un’altra scuola, l’8,6% sceglierebbe un diverso indirizzo nella stessa scuola.

A un anno dal diploma, il 66,8% dei diplomati prosegue la propria formazione ed è iscritto a un corso di laurea (il 51,1% ha optato esclusivamente per lo studio, il 15,7% frequenta l’università lavorando); il 19,8% ha preferito inserirsi direttamente nel mercato del lavoro.

La restante quota si divide tra chi è alla ricerca attiva di un impiego (8,3%) e chi invece, per motivi vari (tra cui formazione non universitaria, motivi personali o l’attesa di chiamata per un lavoro già trovato), non cerca un lavoro (5,1%).

A tre anni dal diploma aumenta la quota di occupati: è dedito esclusivamente al lavoro il 24,6% dei diplomati, è impegnato contemporaneamente nello studio e nel lavoro il 20,4% dei diplomati, mentre si dedica esclusivamente agli studi il 46,6% degli intervistati. Il restante 5,3% è alla ricerca attiva di un impiego, mentre il 3,4% non cerca un lavoro.

Come scegliere la facoltà universitaria giusta

I diplomati del 2017 iscritti all’università, dopo un anno, sono il 66,8%: il 51,1% ha optato esclusivamente per lo studio, il 15,7% frequenta l’università lavorando. Alla vigilia della maturità tra i diplomati del 2017 l’87,1% di coloro che avevano dichiarato di volersi iscrivere all’università ha successivamente confermato le proprie intenzioni. All’opposto, l’8,4% ha cambiato idea… ma tutti avevano già le idee chiare su quale percorso scegliere.

Tra i diplomati del 2017 iscritti all’università, la scelta si è orientata soprattutto verso un corso di laurea nell’area economico-sociale (21,8%; è il 34,3% tra i tecnici), umanistica (19,5%; è il 33,1% tra i diplomati professionali), ingegneria o architettura (18,5%, valore che sale al 22,5% tra i tecnici) e scientifica (16,4%; 16,5% sia tra i liceali che tra i tecnici).

Hanno sicuramente influito nelle scelte i dati economici legati alle retribuzioni. Tra i parametri che hanno aiutato come scegliere la facoltà universitaria giusta, sicuramente lo stipendio ha avuto un peso importante.

Va considerato infatti che i laureati di ingegneria e delle professioni sanitarie possono contare sulle più alte retribuzioni: rispettivamente 1.717 e 1.509 euro. Retribuzioni superiori alla media anche per chi sceglie facoltà economico-statistico, chimico e scientifico (superiore ai 1.500 euro per tutti).

Non raggiungono, invece, i 1.200 euro mensili le retribuzioni dei laureati dei gruppi psicologico, letterario e insegnamento.

Orientamento universitario: affidarsi agli esperti

Può sicuramente capitare che, in ogni caso e fatte le dovute considerazioni, i dubbi siano consistenti e on si riesca a prendere una decisione. In questo caso meglio affidarsi a esperti nell’orientamento universitario che riusciranno a spiegare come scegliere la facoltà universitaria giusta.

A chi è indeciso su quale strada intraprendere dopo il diploma o ha lasciato gli studi ma vorrebbe iscriversi all’università, Cepu, per esempio, offre la possibilità di partecipare a un incontro gratuito di orientamento in uno dei 120 Centro Studio diffusi in tutta la penisola.

In queste sedi verrà offerto allo studente un quadro generale di tutti i corsi di laurea attivi negli atenei italiani e delle reali prospettive di lavoro per aiutarlo a capire, anche grazie ad appositi questionari di valutazione, dove orientarsi per valorizzare attitudini e aspirazioni professionali.

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