Elogio della pigrizia, come essere più efficienti sul lavoro
Come essere efficienti sul lavoro? Semplice, per essere più produttivi dovete riposare di più. Questo stravagante elogio della pigrizia può sembrarvi un paradosso ma è il risultato di due studi scientifici condotti da prestigiose università statunitensi.
Quante volte avete lavorato senza sosta e senza usufruire di ferie e permessi, magari facendo anche molte ore di straordinario per guadagnare di più? Dovete sapere che la quantità del vostro lavoro però non è stata sicuramente proporzionale alla produttività e nemmeno alla qualità.
Lo stesso ragionamento vale nell’arco della giornata, quando si rendono necessari momenti di relax da godere senza alcun pensiero. I riposi servono per mantenere alta l’attenzione e per essere efficienti sul lavoro e nelle attività personali.
Di questo argomento dovreste provare a parlarne con il vostro responsabile di reparto o con il capo ufficio, affinché eviti di stressarvi, con l’inevitabile conseguenza di peggiorare le vostre prestazioni e di danneggiare perfino l’azienda. Dunque il riposo fa bene sia al dipendente sia al datore di lavoro.
Essere efficienti sul lavoro: elogio della pigrizia o dati scientifici?
Gli osservatori meno attenti potrebbero erroneamente ritenere che queste tesi possano configurarsi come un elogio della pigrizia. Invece il riposo è finalizzato proprio ad attivarsi meglio, riuscendo a essere efficienti sul lavoro, rendendo di più.
Gli esseri umani non sono macchine indistruttibili e nemmeno robot. Per cui l’individuo ha bisogno di allentare la pressione per alcuni momenti, staccando letteralmente la spina. Dopodiché il rendimento professionale torna a livelli ottimali. Non si tratta di ipotesi astratte ma di verità scientificamente provate da due prestigiose università americane: la Stanford University e Harvard.
Le ricerche delle università statunitensi
Il campione statistico della Stanford University sono stati i giocatori che militano nella squadra di basket che fa riferimento all’università. Gli 800 sportivi sono stati sottoposti a misurazioni con strumenti professionali come l’actigrafo, una sorta di orologio da polso che misura l’attività dell’individuo, conteggiando il numero esatto di ore di sonno.
La guida della ricerca è stata affidata a Cheri D. Mah che ha successivamente testato la performance atletica in occasione degli allenamenti e dei match. I risultati della ricerca hanno messo in evidenza e ufficializzato l’elogio della pigrizia: dormire 8-10 ore al giorno significa fare un canestro da 3 punti con maggiore probabilità.
Stessi risultati per Sara Mednick dell’Università di Harvard, che ha dimostrato che la pennichella di 1-2 ore al giorno contribuisce a un aumento significativo della memoria. I ricordi e la precisione peggiorano con l’aumentare della stanchezza. L’elogio della pigrizia diventa dunque una verità scientifica.