Manager della felicità cercasi

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Il manager della felicità diventerà il guardiano del benessere dei propri dipendenti… Lavorare chiusi e isolati in ufficio, sentirsi non apprezzati, pensare di essere sottopagati o di non poter sviluppare le proprie capacità.

Sono solo alcuni dei pensieri e delle preoccupazioni dei lavoratori italiani, almeno coloro che sono proprio nella fascia di età in cui dovrebbero essere più produttivi.

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Ecco perché sempre più aziende assumono o cercano per i loro dipendenti, in particolare millennial, il chef happiness officer, ovvero il manager della felicità.

Un’indagine globale condotta da JLL, azienda americana leader nel settore dei servizi professionali, rivela che 9 lavoratori italiani su 10 non si accontentano del capo del personale. Secondo loro, pur essendo importante, il responsabile HR non è sufficiente: ci vorrebbe il manager della felicità.

Si tratta di una recente figura professionale impiegata per essere il guardiano del benessere e della salute, ossia il punto di partenza per chiunque per svolgere bene il proprio lavoro.

Manager della felicità: i numeri in Italia e a livello globale

Secondo lo studio, il 70% dei lavoratori pensa che il posto di lavoro dovrebbe essere un luogo di felicità, anche perché si paragonano con realtà globali come Google, Mercedes o Virgin, mega aziende che hanno già i manager della felicità al loro interno.

Il questionario è stato distribuito a 40 aziende multinazionali e a più di 7mila dipendenti in 12 paesi. Dai risultati, appare evidente ai lavoratori manchino spazi dedicati alla salute e al benessere: sono un privilegio per soltanto il 15% degli lavoratori italiani, mentre la percentuale a livello globale sale al 25%.

I lavoratori italiani non sono coinvolti nei processi

Secondo l’indagine, oltre il 60% dei dipendenti si sente poco coinvolto nei processi che si svolgono nelle aziende in cui lavora. È anche per questo che servirebbero per esempio più spazi esterni per il coworking, che per ora in Italia arrivano al 14% rispetto a una media globale del 20%.

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