Tempi grami si preannunciano all’orizzonte, negli Usa – ma attenzione, per il momento queste disposizioni non interessano l’Europa e l’Italia – a causa di un provvedimento approvato a danno della net neutrality, ovvero l’indipendenza della Rete dai contenuti che vi transitano e dagli operatori che ve li fanno transitare, il web potrebbe cambiare.
Ma cos’è successo esattamente? È successo che la Federal Communications Commission (Fcc), l’authority per le telecomunicazioni degli Stati Uniti, ha votato una misura sulla net neutrality che modificherà le regole cui si devono attenersi i provider e che modificherà in maniera profonda il web come lo conosciamo.
Che cos’è la net neutrality?
Per net neutrality – o neutralità della rete – intendiamo il mezzo – attuale – in cui tutte le informazioni che transitano (messaggi, fotografie, video, file musicali, file e programmi) sono trattate allo stesso modo, impedendo ai fornitori di servizi di usufruire di una velocità di transito diversa da quella degli altri soltanto in base a valori economici.
In termini più semplici, la net neutrality garantisce che fornitori come, per esempio, Netflix, Spotify e Youtube possano usufruire della stessa velocità di consegna dei loro contenuti, anche rispetto a quelli di un operatore di telefonia o a un internet provider.
Senza la net neutrality il rischio è che i fornitori di contenuti, disposti a pagare per avere la priorità, rendano il mercato legato alla legge della domanda e dell’offerta economica finendo per scaricare costi ulteriori sui cittadini o per creare corsie di fruizioni di contenuti veloci e altre molto più lente e meno qualitative.
Per farvi capire meglio di cosa si tratti vi proponiamo il video Net neutrality e il sistema globale di interconnessione, moderato da Joy Marino, uno dei promotori dell’AIIP (Associazione Italiana Internet Provider) e attualmente presidente del Milan internet eXchange (MIX) e membro della Commissione regole del registro “.it”.