Sembra essere tornati ai primi del ‘900 quando i diritti dei lavoratori non erano garantiti e cominciavano le lotte sindacali: così lo sciopero Ryanair, Alitalia, Vueling ed Enav, società che gestisce il traffico aereo, porta alla luce i difetti del sistema low cost che abbatte sui lavoratori i tagli ai biglietti per i passeggeri.
Tutto nasce dallo sciopero nazionale del trasporto aereo proclamato per il prossimo venerdì 15 dicembre.
Tutto normale si potrà pensare, perché nei periodi di festività si scaricano le tensioni sindacali e vengono spesso annunciati scioperi: certo il disagio per i passeggeri ci sarà, anche se – è il caso di Alitalia – sono già stati annunciati i voli cancellati e le rituali assicurazioni per i restanti passaggi.
le compagnie aeree saranno in questo caso obbligate a proteggere i passeggeri rimborsando i biglietti inutilizzati e dando la possibilità di cambiare il volo aereo senza dover pagare – e ci mancherebbe – alcuna penale fino al 22 dicembre.
Sciopero Ryanair non ci sta e minaccia ritorsioni
Ma non tutte le compagnie aeree hanno accettato di buon grado quello che è un diritto dei lavoratori: lo sciopero Ryanair ha causato una brusca reazione da parte della società irlandese. Una lettera inviata dal capo del personale a tutti i dipendenti di base in Italia tuona infatti che “chiunque aderirà allo sciopero del trasporto aereo indetto per il 15 dicembre avrà in futuro turni più duri e potrebbe anche perdere aumenti di stipendio, i trasferimenti richiesti e promozioni“.
Lo sciopero Ryanair, proclamato dall’associazione nazionale professionale aviazione civile (Anpac), durerà dalle 13 alle 17 e interesserà tutti i voli in partenza dalle basi italiane. Il motivo dell’agitazione non riguarda “rivendicazioni economiche, ma punta al riconoscimento e al rispetto dei diritti previsti dall’ordinamento nazionale italiano”.
Cosa chiedono in pratica i dipendenti della compagnia irlandese? La richiesta riguarda “l’ottenimento di un contratto collettivo unico che regoli i rapporti di lavoro di tutti i piloti e assistenti di volo Ryanair operanti sulle basi italiane, insieme al superamento delle disparità che oggi caratterizzano i rapporti di lavoro del personale navigante”.
Immediata la reazione e la presa di posizione di Governo e sindacati contro l’azienda irlandese. Per il Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, “è un atto indegno. Non è il mio ambito di responsabilità ma ritengo si dovrebbe intervenire; non si può stare su un mercato, prendere i vantaggi e non rispettare le regole“.
Per Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro, la lettera di Ryanair “è una cosa gravissima, perché non si può intervenire con questa modalità e credo che tutte le autorità competenti debbano fare la loro parte. A noi compete il controllo della corretta applicazione dei contratti e delle leggi riferite al lavoro. Per questa parte ce ne occuperemo noi“.
“Se Ryanair metterà in atto le minacce contenute nella lettera, che hanno toni di inizio ‘900, potrà incorrere nelle sanzioni per condotta antisindacale. Noi possiamo sanzionare quei comportamenti aziendali che possono determinare l’insorgenza o l’aggravamento del conflitto, e irrogare sanzioni sino a 50mila euro, raddoppiabili” è la ferma risposta di Giuseppe Santoro Passarelli, Presidente dell’Autorità di garanzia degli scioperi a Radio Anch’io.
La partita è appena iniziata… vedremo le prossime mosse di sindacati, istituzioni e aziende low cost.