Addio condivisioni gratis, arriva la tassa sui link

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La tassa sui link piace all’Europarlamento, che ha approvato le proposte di modifica alla normativa sul copyright. Presto Facebook e Google potrebbero pagare per ogni contenuto condiviso, Wikipedia si oscura per protesta.

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L’UE difende il copyright con la tassa sui link

Scenari sempre più neri per i colossi del web come Google e Facebook, perché la tassa sui link potrebbe diventare realtà e toccare da vicino anche voi. La soluzione vi sembrerà fantascientifica, ma il Parlamento Europeo la ritiene una valida misura per tutelare il copyright.

Di recente la Commissione Giuridica dell’UE ha dato il via libera alle proposte di modifica delle leggi comunitarie sul diritto d’autore, come la tassazione degli articoli di giornale condivisi (art. 11) e l’introduzione di filtri per bloccare i contenuti audiovisivi protetti (art. 13).

Il testo della “link tax” è pronto ma dovrà essere discusso dal Consiglio dell’UE, insieme all’Europarlamento o alla Commissione Giuridica. La questione scotta e ci vorranno mesi per sapere come andrà a finire. Secondo l’Organizzazione Europea per i Diritti Digitali (EDRi) il negoziato potrebbe concludersi a ottobre e a gennaio 2019 esserci il voto definitivo.

Filtri “upload” per bloccare i contenuti protetti da diritti

Se amate i social, la tassa sui link vi darà ancora più noie di quelle classiche e delle imposte. L’articolo 13 della proposta di legge prevede che le grandi piattaforme online, da YouTube a Instagram, installino degli “upload filter”, ossia dei filtri in grado di impedire il caricamento dei file multimediali protetti da licenza, foto e meme inclusi.

Si tratta di un cambiamento epocale, visto che fino a oggi i “re del web” non hanno mai avuto la diretta responsabilità di quanto veniva pubblicato sulle piattaforme per quanto riguarda il copyright. Mentre gli editori esultano per i propri diritti, finalmente riconosciuti, d’altra parte molti temono che le nuove leggi possano segnare la fine del “free internet”, in primis gli attivisti della Rete Libera e le lobby delle aziende hi-tech.

Tassa sui link, il web si ribella e Wikipedia si oscura

Il mondo digitale ha dichiarato guerra alla tassa sui link. Contro di essa si sono finora scagliati: 70 informatici d’eccellenza tra cui figura Tim Berners-Lee, padre del web, Wikimedia Foundations, molti accademici e organizzazioni dei più svariati settori, dai diritti umani alla ricerca scientifica alla libertà di stampa. Incisiva la protesta di Wikipedia Italia, che il 3 luglio ha manifestato il suo dissenso oscurando tutte le pagine e predisponendo il curioso pulsante Telefona agli Eurodeputati.

Contro la tassa sui link è stata lanciata la petizione #SaveInternet su change.org, che ha già superato la quota di 700mila sottoscrizioni. “Questa mobilitazione è un forte segnale che va ascoltato” ha tuonato Isabella Adinolfi, europarlamentare M5S “Il testo votato in Commissione è obsoleto e non tiene conto delle tecnologie che stanno cambiando il modo di comunicare e informare“.

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