Smart working, fino a quando durerà?

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Con il primo caso di Covid-19 acclarato in Italia, a gennaio dello scorso anno, e il successivo DPCM che ha portato al lockdown generale i datori di lavoro, sia pubblici che privati, hanno dovuto adeguarsi a nuove soluzioni per portare avanti le loro attività durante il periodo di emergenza. Tra le novità più interessanti, introdotte dalla pandemia, c’è sicuramente lo smart working.

Nonostante qualche aspetto negativo, lo smart working presenta tutta una serie di vantaggi tanto che da una ricerca pubblicata su Il Sole 24 Ore, qualche mese fa, risulta che il 54% delle imprese vorrebbe continuare ad usufruirne anche dopo la fine dello stato emergenziale organizzando i turni in modo tale che i lavoratori facciano tre giorni in presenza e tre a distanza. La domanda però che ormai da tempo molti lavoratori si pongono è sempre la stessa. Smart Working: fino a quando? Se anche voi siete tra questi non vi resta che proseguire nella lettura di questo breve articolo e chiarirvi ogni dubbio.

Fino a quando durerà nella Pubblica Amministrazione

L’attuazione straordinaria del lavoro agile che ha consentito per molti mesi di limitare la circolazione delle persone e i contatti all’interno delle aziende è destinata a durare ancora qualche mese. La situazione è in parte differente a seconda che si tratti di impiego pubblico o privato. Nella Pubblica Amministrazione lo smart working proseguirà fino alla fine dell’anno (31 dicembre 2021). I dipendenti pubblici quindi potranno tranquillamente lavorare da casa senza essere obbligati a garantire in ufficio la presenza di almeno il 50% del personale a patto però che tutti i servizi vengano regolarmente erogati.

Smart Working: fino a quando durerà nelle aziende private

Le aziende private hanno la possibilità di attuare lo smart working emergenziale fino al 30 settembre. Nelle ultime ore però si prospetta la possibilità di prorogare il lavoro agile fino alla fine del 2021, così come attualmente previsto per la Pubblica Amministrazione. Ovviamente tale decisione dipenderà anche dall’andamento della pandemia. Se i contagi e i decessi dovessero crollare, tenendo conto anche della massiccia partecipazione alla campagna vaccinale, allora potrebbe risultare inutile mantenere questa forma di lavoro fino alla fine dell’anno.
È bene ricordare che, in regime ordinario, lo smart working è concesso solo attraverso un accordo individuale tra singolo lavoratore e datore di lavoro mentre oggi, con la pandemia, è rimesso alla contrattazione collettiva. Sembra infatti che il tema dello smart working terrà banco nei prossimi mesi andando ad interessare, in modo particolare, le medie e grandi aziende del settore bancario dove si stanno studiando nuovi accordi per uno smart working a regime che preveda l’alternanza tra lavoro in presenza e da remoto.

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