Lavoro in Italia: over 65 ancora attivi e pensioni sempre più lontane per i giovani

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La Banca Centrale Europea ha diffuso, con l’ultimo bollettino, una fotografia aggiornata sulla ripresa del mercato del lavoro in Europa, ma alcuni numeri riguardano un aspetto particolare: gli anziani al lavoro.

Avrete sentito parlare di ripresa e a spiegarvi come si sta evolvendo il mercato del lavoro ci pensa la Bce con un articolo circostanziato dai dati aggiornati, pubblicato sul suo ultimo bollettino. La disoccupazione è diminuita, ma è stata messa in associazione all’aumento del tasso di partecipazione e a quello della forza lavoro.

anziani al lavoro

In particolare il tasso di partecipazione riguarda il rapporto tra la forza lavoro e gli abitanti in età lavorativa, mentre la forza lavoro conta gli occupati e i disoccupati. Se aumenta la forza lavoro, il tasso di disoccupazione si abbassa. Con questi assunti potrete capire la situazione degli anziani al lavoro.

Il confronto tra le crisi

Rispetto alla prima crisi, sostiene la Bce, la forza lavoro ha avuto un incremento del 2% ed è questo dato che porta un contributo al miglioramento dei dati sulla disoccupazione. Non pensiate però che sia l’unico elemento, infatti nella zona euro le offerte sono maggiori e il miglioramento si deve al numero delle donne impiegate, agli immigrati occupati e agli anziani impegnati al lavoro.

Questi ultimi sono i principali responsabili del miglioramento sui dati occupazionali. I numeri diffusi dalla Banca Centrale Europea evidenziano come la quantità di lavoratori con età compresa tra i 55 e i 74 anni rappresenti circa l’80% degli occupati.

Anziani al lavoro e nuovi occupati

Nel panorama delle persone che hanno trovato un nuovo posto di lavoro, circa l’80% riguarda proprio la classe dei 55-74enni, anche grazie all’aiuto di programmi di riqualificazione e alle necessità da parte delle aziende di avere personale con esperienza e competenza maturata sul campo, specialmente nei settori tecnici.

Gli esperti che hanno effettuato lo studio hanno però una spiegazione differente: la generazione del baby boom sta diventando più attempata. L’invecchiamento della popolazione europea non ha però prodotto un’uscita dal lavoro proporzionata.

Le riforme pensionistiche

Italia, Francia e Spagna successivamente alla crisi hanno concepito riforme volte ad aumentare l’età pensionabile, riducendo il numero di persone in uscita dal mercato del lavoro. Proprio questo aspetto ha portato a un ulteriore aumento del gap tra il tasso di disoccupazione dei 55-74enni e quello della popolazione in piena età lavorativa.

Ma gli anziani al lavoro tendono ad alternare lo stato di occupazione all’inattività, senza però diventare disoccupati, una condizione opposta a quella dei giovani.

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