Tfr in azienda oppure pensione integrativa: che fare?
Lasciare il Tfr in azienda o percorrere la via della pensione integrativa? Gli italiani preferiscono ancora la prima soluzione, anche se non appare molto conveniente, dato che i tassi di interesse si sono quasi dimezzati negli ultimi 10 anni.
Eppure, rispetto al Tfr in azienda, meno di un terzo dei lavoratori italiani ha un piano di previdenza integrativo.
Tfr in azienda, che cos’è: acronimo di trattamento di fine rapporto, è la vecchia liquidazione, ossia una porzione di retribuzione al lavoratore dipendente differita alla cessazione del rapporto di lavoro. Il Tfr in azienda viene erogato in tutti i casi di cessazione del rapporto di lavoro, qualunque ne sia la ragione.

Tfr in azienda, si continua nonostante tutto
La relazione Covip (Commissione di vigilanza sulla previdenza) conferma che gli italiani non abbiano molto a cuore la loro previdenza: i lavoratori preferiscono avere a disposizione il Tfr fin qui accumulato e tenerlo fermo in azienda, nonostante gli incentivi fiscali per chi versa contributi in un fondo pensione privato e i tassi di interesse più alti dei fondi pensione rispetto a quelli del Tfr in azienda. Sindrome da soldi sotto il materasso?
Previdenza integrativa: i rendimenti dei capitali investiti in forme di previdenza, nonostante i bassi tassi di interesse, hanno ampiamente superato l’inflazione. I fondi di categoria o negoziali nel 2017 hanno reso in media il 3,3% netto, quelli aperti il 3 e i Pip, i piani di investimento previdenziali, il 2,8%.
Sempre in tema di Tfr e pensioni, c’è anche un altro fenomeno da sottolineare, ossia quello dei lavoratori iscritti alla previdenza complementare che hanno cessato i versamenti spontanei: nel 2017 sono stati quasi 2 milioni. Ciò significa che i lavoratori relativamente giovani per anzianità lavorativa percepiranno cifre risibili al momento di andare in pensione.
