Analisi di bilancio: giungla inesplorabile o opportunità per trovare impiego?

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C’è chi lo fa per mestiere e chi vorrebbe timidamente approcciare al tema, chi si trova a doverlo affrontare a causa degli eventi. Questo è un argomento che sempre più ricorre e con il quale, prima o dopo bisogna fare i conti.

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Cosa significa davvero analisi di bilancio?

Questa consiste in una verifica delle performances aziendali. E il documento principe per effettuare queste misurazioni è il bilancio aziendale. Questo, redatto in ossequio ai dettami del legislatore, ci mostra qual è il valore creato durante l’anno dall’impresa e quali sono stati gli investimenti necessari per ottenere tale risultato. Un po’ come dire: ho investito in un forno, ho comprato gli ingredienti, voglio verificare quanto buona è uscita la mia torta.

Per ottenere ciò non è tuttavia sufficiente osservare i prospetti che compongono il bilancio: così come si presentano sono scarsamente significativi in ottica analitica. E’ infatti necessario riorganizzare le varie voci
inserendole in alcuni schemi: questo è il processo di riclassificazione. Da qui possiamo comprendere se l’impresa ha creato valore; se il valore creato è in linea con il risultato medio di settore. Non solo: il mercato è un caleidoscopio in continua evoluzione. In questo delicato contesto non è sufficiente fare una fotografia statica dell’impresa: potrei essere in grado di generare valore oggi; non è detto che sarò in grado di generare valore domani. L’analisi del bilancio deve essere intesa in ottica dinamica: devo riuscire a comprendere, in base ai dati che ho a disposizione oggi se la mia impresa sarà in grado di generare valore domani.

Impresa difficile?

No, se si dispone di curiosità e un pizzico di intraprendenza.
Le imprese, così come le società di consulenza, cercano sempre di più figure che abbiano dimestichezza con questi strumenti. L’analisi di bilancio diviene la base su cui progettare la strategia e il futuro dell’azienda, anche nelle realtà medio-piccole che caratterizzano il tessuto industriale italiano. E l’opportunità è proprio qui: mentre nel mondo anglosassone vi sono imprese medio-grandi ove quasi sempre è presente un direttore finanziario, le imprese locali, non potendo permettersi un CFO preferiscono rivolgersi a società che forniscono la consulenza per il caso specifico. Oppure assumono persone per determinate mansioni (es. impiegato amministrativo o commerciale o responsabile IT) che dimostrino di saper padroneggiare questi strumenti.

Vediamo insieme un tema, che potrebbe essere compreso grazie a queste logiche. Accade spesso che l’impresa maturi degli utili; eppure alla fine del mese l’imprenditore mostra difficoltà nell’onorare i pagamenti in scadenza. Situazione quantomeno strana, poiché è naturale pensare che se una impresa produce utili sia tranquillamente in grado di far fronte al fine mese. Che succede?

Tante le ragioni che possono condurre a questa situazione. Ad esempio, bilancio alla mano, potrei verificare che i tempi medi di incasso delle vendite si stanno allungando, dal momento che i miei clienti cominciano a mostrare difficoltà nel pagarmi. E il risultato è questo: vendo la merce con un buon margine (ricavi meno costi) e maturo un utile. Ma l’utile resta sulla carta, perché i miei clienti non pagano… e a fine mese non riuscirò ad onorare gli impegni in scadenza!

 

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