Anno 2024 e le mamme devono ancora scegliere tra lavoro e maternità

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L’Italia non è un Paese per mamme. Se state programmando una gravidanza, dovete sapere che purtroppo i diritti non sono dalla vostra parte e che spesso la maternità è motivo di dimissioni volontarie.

Licenziamenti volontari o necessità?

I buoni propositi dei governi non bastano per assicurare alle donne e alle ragazze un contesto sereno dal punto di vista professionale. Le difficoltà maggiori provengono proprio dall’impossbilità di conciliare gli impegni lavorativi con quelli familiari. La parità di genere è quasi un miraggio poiché il momento della nascita di un figlio diventa motivo di licenziamento solo per il genere femminile. I dati dell’Ispettorato del Lavoro parlano chiaro, con la genitorialità che sarebbe il primo motivo di scelta obbligata per le donne che si dimettono.
Il numero complessivo è davvero allarmante e nel 2022, su un totale ci circa 60 mila licenziamenti volontari, 44 mila sarebbero state proprio le madri. Ad aggravare ulteriormente il quadro c’è il trend in crescita, con questo fenomeno che diventa ancor più pesante, aumentando anno dopo anno (+17% dal 2021 al 2022).

 

Conciliare famiglia e lavoro

Per ribadire che l’Italia non è un paese per mamme è sufficiente osservare il dato specifico delle motivazioni. Il 72% delle dimissioni, infatti, avverrebbe per le criticità connesse all’alternanza tra maternità e lavoro.
Negli uomini questo problema è molto meno impattante e riguarda soltanto il 7% del campione statistico, a dimostrazione del gender gap  oltremodo evidente.
Accudire i figli diventa un impegno a tempo pieno per le madri lavoratrici, che devono sottrarre almeno 5 ore alla propria giornata per badare ai bambini e, in alcuni casi, persino ad altri familiari fragili o anziani. Il medesimo calcolo, in campo maschile, si ferma a 48 minuti complessivi al giorno.

Non è un Paese per mamme e mancano i servizi

Perché l’Italia non è un paese per mamme? La risposta tristemente ovvia è che mancano le azioni di supporto di enti e istituzioni. Spesso sono i costi a gravare eccessivamente sul bilancio del nucleo familiare dove, in alcuni casi, permettersi la retta dell’asilo nido diventa un lusso improponibile. Si stima intorno al 30% la scarsità di assistenza materiale come ragione principale per l’abbandono del lavoro, non riuscendo a reperire i fondi per baby sitter o altre soluzioni.
La via d’uscita, però, devono trovarla gli uomini, iniziando a contare quante ore passano a fare le faccende di casa, a prendersi cura dei bambini, paragonando questo impegno con ciò che invece mettono in campo le compagne o le mogli e cercando di riequilibrare la disparità.

 

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