Wormhole, fra 10 anni si potrà osservare?

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Assume un’immagine sempre più definita uno fra i fenomeni più misteriosi e inquietanti dell’universo cosmico da quando, nel 1935, ne fu teorizzata l’esistenza. Il fenomeno è noto con il nome di Wormhole, ma in ambiente astrofisico denominato in vari modi: ponte di Einstein-Rosencunicolo spazio-temporale o galleria gravitazionale. Su di esso, fino a oggi, si sono costruite solo ipotesi e teorie, visto che nessuno ancora può dire di averne visto uno realmente, ma pare che, fantascienza a parte, nel giro di una decina d’anni sarà possibile osservarlo per la prima volta nella storia.

Cosa impedisce oggi di vedere un wormhole
L’ostacolo consiste essenzialmente nell’attuale impossibilità di misurare con precisione le variazioni di velocità di una stella, la S-2, che orbita intorno al centro del buco nero Sagittarius A* che, a sua volta, si troverebbe al centro della nostra galassia, la Via Lattea. La stella S-2 completa ogni orbita in 17 ore e questo fa pensare che si trovi piuttosto vicina al buco nero. La scommessa sta nel riuscire a misurare una variazione minima nella velocità dell’orbita di S-2, cosa che permetterebbe di accertare la presenza un’influenza gravitazionale con cui un wormhole ha celato materia all’interno del buco nero. Secondo i due ricercatori De-Chang Dai, cinese, e Dejan Stojkovic, statunitense, dallo studio degli effetti gravitazionali della materia occorre sviluppare un sistema per misurare con precisione le variazioni di velocità della stella S-2 e su questo obiettivo stanno orientando i loro studi.

Elementi su cui si basa la ricerca di Dai e Stojkovic
L’attuale lavoro dei due ricercatori consiste nel concepire un metodo che consenta di determinare se all’interno del buco nero Sagittarius A* che si crede ubicato al centro della Via Lattea sia presente un wormhole. Secondo un articolo pubblicato sulla rivista specializzata Scientific American, i wormhole, ipotetici passaggi verso altri universi o dimensioni, si trovano al centro dei buchi neri. Basandosi quindi sulla necessità di misurare con estrema precisione le variazioni di velocità orbitale della stella S-2 attorno a Sagittarius A*, stanno mettendo a punto un sistema per effettuare tali rilievi. In base a quanto sostengono Dai e Stojkovic, se un wormhole esistesse veramente al centro di un buco nero, tutto il materiale presente dall’altra estremità dovrebbe produrre una certa influenza gravitazionale rilevabile dal nostro lato. Da ciò la loro teoria che accelerazioni o decelerazioni causate dalla presenza di un wormhole all’interno del buco nero sarebbero quindi rilevabili.

Cosa potete aspettarvi nei prossimi 10 anni
La ricerca in campo astronomico e astrofisico non conosce limiti, buchi neri e armageddon sono ormai al centro dell’attenzione degli scienziati e spesso anche di semplici curiosi.
Nel caso specifico del buco nero Sagittarius A*, il ricercatore Stojkovic sostiene che, se presente, la bocca del wormhole dovrebbe avere una dimensione maggiore dell’orizzonte degli eventi del buco nero ed essere sporgente da esso, altrimenti sarebbe impossibile vederlo o attraversarlo. E’ convinzione dei due ricercatori che con le tecnologie attuali occorrerà una decina di anni per rilevare le impercettibili perturbazioni indotte da un eventuale wormhole al centro di Sagittarius A*.

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