Genesi di una festa oscura e misteriosa: bentornato Halloween!
“Importata” dai paesi anglosassoni, la festa di Halloween nel corso degli anni ha preso sempre più piede nel Bel Paese, entrando quasi a far parte delle tradizioni nostrane.
Curioso che, quella dai più considerata come una ricorrenza americana, abbia le sue origini (e molto antiche anche) nella cara e vecchia Europa, all’epoca in cui il nostro continente non aveva ancora il suo nome.
Com’è facile immaginare, le tradizioni, soprattutto quelle arcaiche, nascono tutte da un’origine comune per poi tingersi di diverse sfumature a seconda del luogo in cui ci si trovi. Non è un caso se molte consuetudini folkloristiche, pur manifestando alcune discrepanze, si somigliano in tutto in mondo. E Halloween non fa differenza.
Halloween affonda le sue radici in epoche lontane, dove i ritmi della natura scandivano le vite delle genti: questa festività è legata a memorie del mondo contadino cui spesso si sono ancorate e sovrapposte celebrazioni e culti religiosi di diversa natura. Si comincia, probabilmente, dall’antica Roma e si giunge agli enigmatici Celti dove l’usanza si consolida arrivando con alterne fortune fino ai giorni nostri.
Anticamente il 31 ottobre si festeggiavano il capodanno e l’inizio dell’inverno, nel giorno che, nel paganesimo, prende il nome di “Samhain”. Iniziava da qui il periodo dell’anno in cui l’addormentarsi della natura e il seccare delle messi doveva ispirare molta malinconia ai nostri avi. Le giornate più corte, il tempo più grigio: quest’umore uggioso ben si sposava altresì con il ricordo struggente di coloro che più non c’erano. Mestizia palpabile in ogni dove, insomma…
Entra in gioco, poi, l’avvento del cristianesimo (un cristianesimo ancora velato da usanze dell’ Antica religione) che tramuta Samhain in “All Hallows’ Eve”, la notte prima d’Ognissanti.
Aggiungiamo a tutto ciò una massiccia migrazione di Irlandesi che veleggiano alla volta del Nuovo Mondo e… les jeux sont faits! Halloween è servito.
Più potenti (anche se forse meno veloci) dell’attuale web, le credenze si spostano nel mondo e mutano di nuovo: alle “lanterne rapa” d’Irlanda si sostituiscono le zucche intagliate degli States… ma la leggenda che le ispira resta sempre la medesima.
Si bussa di porta in porta a chiedere: “trick or treat?”, non già per elemosinare un po’ di viveri in cambio di preghiere a suffragio delle anime dei defunti, ma per evitare birbonate da parte dei piccoli.
E se i costumi orrorifici impazzano, non è sicuramente più per intimidire o ingannare spiriti perduti che vagano in questa notte così speciale, ma per ridere e divertirsi; che di orrori (VERI!) ce ne sono un’infinità ai giorni nostri, mille volte peggiori dei poveri fantasmi…
Comunque la si metta, la festa ha sempre il suo fascino e sull’argomento si è scritto e si continuerà a scrivere sempre. Streghe, famigli, demoni e rituali… ognuno interpreta Halloween a suo modo. Forse perché all’alba del terzo millennio, dentro di sé l’umanità porta ancora il ricordo collettivo di quello che è stata e di quello che la spaventava nei secoli bui, quando anche un temporale era fonte di terrore e disagio.
Forse esorcizziamo le ataviche paure, forse ci chiediamo se c’è ancora del mistero in un modo dove tutto è alla luce del sole, della ragione e della rete… o forse, soltanto, ci piacciono un sacco i dolcetti e le zucche arancioni.