La prima donna «Nobel» per la matematica

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Kare Uhlenbeck, conosciamo la prima donna "Nobel" per la matematica

Foto: Institute for Advanced Study

Una professoressa americana è la prima donna “Nobel” per la matematica. Si interrompe finalmente la disparità di genere in base alla quale il premio era stato assegnato esclusivamente agli uomini.

Il premio per il miglior matematico

Questo importante riconoscimento non è il Nobel tradizionale ma può essere considerato a tutti gli effetti un premio di livello mondiale. Il nome esatto è Premio Abel e richiama un eminente matematico di origini norvegesi nato nel 1802.

Nel bicentenario di Abel il governo della Norvegia decise di istituire questo premio che è stato assegnato a partire dal 2003. La prima donna “Nobel” per la matematica è stata la professoressa Uhlenbeck nel 2019.

La commissione di valutazione del premio Abel è composta da 5 matematici di calibro internazionale. La somma che viene erogata si aggira intorno al milione di dollari. Lo scopo della premiazione è quello di incentivare fortemente questo tipo di scienza rendendola sempre più prestigiosa e facendola conoscere alle nuove generazioni che poi dovranno a loro volta praticarla e migliorala con ulteriori scoperte e teorie.

Chi è la prima donna “Nobel” per la matematica?

La docente dell’università texana di Austin oggi ha 76 anni. Nella sua carriera gli studi sono sempre proseguiti senza interruzioni, con lavori estremamente interessanti a cui hanno partecipato numerosi colleghi.

La prima donna “Nobel” per la matematica è stata una pioniera in alcune tipologie specifiche di equazioni differenziali applicate alle derivate parziali. La produzione scientifica è stata fondamentale e d’avanguardia nel campo della matematica, della fisica e della geometria.

 

Le difficoltà di genere

Fino al 2019 il premio era andato sempre a professori e scienziati di genere maschile. È molto difficile supporre che si sia trattato solo di un caso o del fatto che le donne non siano state altrettanto in grado di far emergere l’eccellenza.

La spiegazione più ovvia è nel gender gap che riguarda anche le premiazioni più importanti. La prima donna “Nobel” per la matematica ha dichiarato a El Pais, quotidiano in lingua spagnola, che il premio deve significare principalmente che tutti e tutte possono concorrere ad interpretare la matematica ai livelli più elevati.

La prima donna “Nobel” per la matematica ha poi raccontato un paio di aneddoti della propria vita e dell’attività professionale. Da giovane si era candidata per due cattedre prestigiose a Boston e a Berkeley.

In entrambi i casi la risposta era stata negativa. Le argomentazioni del rifiuto non riguardavano però il curriculum né le competenze ma proprio il genere femminile. Alla prima donna “Nobel” per la matematica era stato risposto che le donne devono solo stare in casa con i figli.

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