Raccomandazioni e lavoro, le cause di frustrazione dei giovani

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Il collegamento tra raccomandazioni e lavoro provoca insoddisfazioni. I giovani si sentono sovraistruiti e frustrati. Trovare un’occupazione con il passaparola di amici e di conoscenti significa accontentarsi di una mansione poco appagante.

Sentirsi troppo istruiti
Vi siete mai candidati per un’offerta di lavoro per la quale le vostre competenze erano addirittura eccessive? È questa la sensazione di moltissimi giovani che concludono il proprio percorso di studio senza poi trovare un impiego soddisfacente. Dopo i 5 anni di scuola superiore c’è il sacrificio dell’università che ne prevede almeno altri 3. Quando arriva il fatidico giorno della tesi vi sentite felici e festeggiate giustamente il lieto evento. I problemi iniziano proprio con la ricerca del lavoro. Sulla stampa, su internet e nei centri per l’impiego troverete moltissime posizioni aperte che non hanno niente a che vedere con le materie che avete studiato. Tuttavia non potrete rimanere a casa con i vostri genitori per sempre e in alcuni casi vi toccherà accontentarvi sentendovi però eccessivamente istruiti per la mansione che andrete a ricoprire in azienda.

Raccomandazioni e lavoro: la ricetta sbagliata per trovare un impiego
L’Istat ha prodotto una classifica delle principali metodologie con le quali le persone cercano un’occupazione. Raccomandazioni e lavoro sono strettamente correlate perché nell’85% dei casi si ricorre proprio alla sfera privata delle conoscenze, dei parenti e degli amici. Chiedere consiglio a una persona cara non è necessariamente una cosa sbagliata ma dovete prendere in considerazione il fatto che non avrete a che fare con un ente di collocamento e nemmeno con una scuola professionale. L’amico vi potrà consigliare un posto di lavoro presso un’azienda che conosce o magari per la quale lavora. Il rischio di ritrovarvi a fare un mestiere che differisce completamente da ciò a cui aspirate è concreto. Raccomandazioni e lavoro sono il collegamento principale nella fascia d’età della prima occupazione fino alla soglia dei 34 anni.

Le modalità migliori per la ricerca del lavoro
La segnalazione da parte delle università e la frequentazione di stage e di tirocini formativi sono sicuramente le forme migliori per entrare nel mondo del lavoro. Con questi percorsi potrete far valere le vostre conoscenze scolastiche abbinandole alla vostra passione. Anche iscriversi a un concorso pubblico potrebbe essere una buona idea perché il vostro titolo di studio vi darà un punteggio e conseguentemente una maggiore probabilità di essere assunti. Al giorno d’oggi sono un milione e mezzo i ragazzi con diploma o con laurea che si sentono troppo istruiti per il lavoro che svolgono. L’altra problematica è rappresentata dal cosiddetto overskilling, cioè l’eccesso di competenze teoriche, tecniche e pratiche.

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